TRUMPEIDE
60 disegnatori satirici di
tutto il mondo alle prese Con il nuovo inquilino della Casa Bianca
8 luglio - 1 ottobre 2017
Museo della Satira - Forte di Leopoldo I, Piazza Garibaldi, Forte dei
Marmi
E' in corso al Museo della Satira di
Forte dei Marmi la mostra “Trumpeide”, con la partecipazione di 60 disegnatori
satirici di tutto il mondo che dicono la loro sul nuovo inquilino della Casa
Bianca.
Con i disegni di: Liza Donnelly, Pierre Ballouhey, Damien Glez, Doaa Eladl,
Andrzej Krauze, Martyn Turner, Nadia Khiari , Pancho, Tom Janssen, Allegra,
Aloi, Altan, Athos Careghi, Giovanni Gbeduschi, Benny, Beppe Mora, Luca
Bertolotti e Michele De Pirro, Fabrizio Fabbri, Candia, Cecigian, Lido
Contemori, D. Paparelli, Darix, Danilo Maramotti, Francesco Natali, Fabio
Magnasciutti, F. Bianco, Franco Domenici, Filippo Frago, Giorgio Franzaroli,
Marco Fusi, Gava, Gianni Audisio, Giuseppe La Micela, Emilio Isca, istituto
lupe, Joshua Held, Lele Corvi, Leo, Walter Leoni, Luca Garonzi, Max Greggio,
Marco De Angelis, Mario Airaghi, Massimo Presciutti, Mauro Biani, Paolo
Marengo, Minoggio, Marilena Nardi, Mario Natangelo, Gianfranco Passepartout,
Pat, Nico Pillinini, Luca Ricciarelli, Rob Grassilli, Roberto Mangosi, Tiziano
Riverso,Sergio Staino, Stefano Disegni, Pietro Vanessi PV, Andrea Vassalle,
Vauro Senesi, Vincino, e un un intervento in catalogo della scrittrice umoristica Lia Celi.
Il “trumpismo” sembra aver messo le ali alla satira forse perché il
mondo intero ha bisogno di ridere per esorcizzare la paura del tycoon diventato
improvvisamente e inspiegabilmente re.
I disegnatori satirici che hanno accettato il nostro invito a
partecipare alla mostra hanno impugnato la propria matita come un’arma per
deridere Trump, per non soccombere al cospetto di un potere cieco e
incontrollabile.
L’americana Liza Donnelly, firma del prestigioso New Yorker, ci presenta un Donald che sa pronunciare solo parole di
odio e paura, che sembra, nonostante l’aspetto arrogante, un bambino ignorante
e capriccioso, alle prese con un ruolo rivelatosi anche ai suoi stessi occhi
troppo complesso; il burkinabé di adozione Damien Glez, ci mostra un Trump
petroliere, ignaro dei problemi dell’Africa e negazionista sul cambiamento
climatico e un Trump nelle vesti di un cupo e folle predicatore; l’egiziana
Doaa Eladl paventa una guerra nucleare tra Usa e Nord-Corea o l’abolizione dei
diritti sanciti dalla Costituzione, mostrandoci una Statua della Libertà che fa
le valigie; la tunisina Nadia Khiari ironizza sulla messa al bando in Usa dei
cittadini di sette Paesi musulmani; l’anglo-polacco Andrzej Krauze mostra Trump
che gioca a mosca cieca con Gran Bretagna ed Europa; il francese Pierre
Ballouhey disegna l’incontro-scontro tra il Papa e Trump; Il
franco-sudamericano Pancho e l’olandese Tom Janssen fanno satira sulla
contraddizione di voler riportare l’America ai fasti di un tempo mentre si
trascura l’inquinamento ambientale; infine l’irlandese Martyn Turner gioca sui
continui tweet, ovvero i “cinguettii,
di Trump e l’espressione inglese “For the birds” (per gli uccelli), che
significa in realtà “di nessun valore”.
La galleria che ci propongono i disegnatori italiani (da Altan a
Vincino) poi, è una vera carrellata di battute al vetriolo sul sogno americano
rovesciato con allusioni alle affinità con i dittatori del passato e del
presente, fili spinati e limitazioni della libertà, muri, missili, armi e
parole di odio sparse ai quattro venti.
Avrà ragione Lia Celi, che, nel suo divertente intervento in catalogo,
scrive :
”Ci sono voluti meno di cinquant’anni per dimenticare quanto era brutta
la poliomielite, finiremo per scordarci anche quanto faceva schifo Trump. Anzi,
addirittura lo rivaluteremo, rispetto ai prossimi potenziali inquilini della
Casa Bianca, che confermeranno quanto ci ha dimostrato l’elezione di The
Donald: per diventare presidente l’importante è avere sulla testa qualcosa di
simile a dei capelli e non averci dentro qualcosa di simile a un cervello”.
Questa mostra crediamo che contribuisca a mettere bene in
luce quello che afferma il noto americanista Vittorio Zucconi e cioè che il secolo americano finisce con Donald Trump, un Presidente che
si lamenta di come l'America sia divenuta lo zimbello di tutti. Ma “nessuno ha
mai riso dell'America”, aggiunge Zucconi, “se nel mondo si ride, si ride di
Trump, non dell'America”.
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INFO MOSTRA:
1°settembre-17 settembre: tutti i giorni 17.00-23.00
dal 18 settembre al 1° ottobre: tutti i giorni 16.00-20.00
Catalogo disponibile in
mostra e acquistabile nel Bookshop del sito web del Museo www.museosatira.com a partire dall’8 luglio.
Tel. Segreteria Museo c/o
Comune di Forte dei Marmi: 0584
280262 (ore 8 - 14)